Oggi dopo un po' di tempo torniamo a parlare di F1 per confermare una notizia che era già nell'aria: Kimi Raikkonen siederà al volante della Ferrari anche il prossimo anno, nonostante le prestazioni tutt'altro che brillanti della F2016 h e una stagione che a Maranello non possono di certo definire esaltante, considerando che un paio di gran premi non sono stati vinti a causa di strategie sbagliate decise dal muretto (e non per errori del pilota, fattore che inciso parecchio nella riconferma di Raikkonen).



Raikkonen è stato confermato in Ferrari( con la quale ha vinto l'ultimo titolo piloti della casa del Cavallino nell'ormai lontano 2007) proprio alla vigilia del gran premio di Gran Bretagna che rappresenta per il pilota finlandese la centesima gara al volante di una monoposto di Maranello. D'altronde la decisione di confermare Kimi è stata ben ponderata e si è scelto di assecondare un suo desiderio, ossia quello di chiudere la carriera nell'unica squadra dove ha vinto un titolo mondiale, dandogli nel contempo un'ulteriore forte motivazione per il prosieguo della stagione.



Ormai Raikkonen ha 36 anni perciò sa bene anche lui che la prossima sarà l'ultima stagione in F1: il suo bilancio dopo 15 anni di carriera (esordio nel marzo 2001 in Australia) è senza dubbio positivo, essendosi confermato come un buon pilota ma non certo un vincente assoluto, avendo trionfato in soli 20 GP sugli oltre 240 disputati. E' anche vero che spesso Raikkonen si è trovato a correre con vetture non all'altezza e la vittoria del titolo 2009 per un solo punto su Lewis Hamilton rappresenta certamente il punto più alto della sua carriera.



Kimi si è detto entusiasta di continuare ancora un anno in Ferrari, pur sapendo delle difficoltà legate alle prestazioni e all'affidabilità della F2016 h ed è pronto a dare il meglio per riportare la scuderia di Maranello là dove le compete. Insomma a Maranello vogliono puntare sulla continuità e soprattutto sugli ottimi rapporti fra Vettel e Raikkonen, con quest'ultimo che ha ben compreso di dover svolgere il ruolo di seconda guida, così da evitare situazioni grottesche come quelle che si stanno verificando in casa Mercedes fra Hamilton e Rosberg.

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