AUDI A3 FORUM CLUB ITALIA

  1. All'Avanguardia della Tecnica: il Torque Vectoring
    Vediamo gli aspetti tecnici e meccanici di questo sistema presente ormai su moltissime vetture sportive a trazione integrale

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    Oggi torniamo dopo tanto tempo a scrivere un articolo dedicato al ciclo “All’Avanguardia della Tecnica” poiché è bene approfondire un sistema presente su molte vetture sportive a trazione integrale, fra le quali anche alcune Porsche e la recentissima Audi RS3 Sportback, vale a dire il Torque Vectoring.

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    Vediamo subito come funziona questo sistema, collegato al differenziale: quest’ultimo di solito trasferisce la coppia motrice agli assi o anteriore (trazione anteriore) o posteriore (trazione posteriore) o ad entrambi (trazione integrale). In quest’ultimo caso (in realtà il torque vectoring può essere applicato anche a vetture con trazione anteriore o posteriore), grazie al torque vectoring, è possibile variare la potenza trasferita non solamente agli assi ma a ogni singola ruota, migliorando notevolmente la stabilità e diminuendo il rollio, soprattutto alle alte velocità.

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    Storicamente il torque vectoring è basato sulla semplice idea del differenziale, poiché agisce come i classici differenziali presenti su tutte le vetture ma trasferisce la coppia ad ogni singola ruota invece che agli assi: in pratica sarebbe come avere quattro differenziali convenzionali, uno per ogni ruota. Il torque vectoring fu adottato inizialmente solo su vetture da competizione e la prima casa a proporlo fu la Mitsubishi, che lo sviluppò per la Lancer da rally. Da qui, a poco a poco, questo sistema ha avuto sempre più consensi, sino ai giorni nostri, quando è ormai adottato da parecchie vetture sportive dotate di trazione integrale, Audi in primis con il suo avanzatissimo sistema quattro.

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    Andando a vedere meglio il funzionamento del torque vectoring, questo deve consentire di trasferire la coppia su ogni singola ruota e perciò si avvale di un sistema di controllo elettronico che va ad affiancare tutte le componenti meccaniche classiche presenti nei differenziali standard. Questo sistema elettronico comunica col differenziale e gli “dice” quando e come variare la coppia su ogni ruota. In funzione del numero di ruote coinvolte i differenziali saranno più o meno complessi: ad esempio se si ha una vettura con torque vectoring solo all’anteriore sarà sufficiente trasferire la coppia in maniera indipendente a due sole ruote mentre se si ha la trazione integrale questo trasferimento dovrà avvenire su quattro ruote e il dispositivo ri...

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    Last Post by mi.ky.87 il 14 Dec. 2014
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  2. All'Avanguardia della Tecnica: il sistema di raffreddamento attivo
    Questo dispositivo inventato da Opel permette di ridurre i consumi di circa il %% a velocità autostradale, ecco come funziona

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    Ieri avevamo visto lo straordinario motore triturbo di Volvo, oggi invece, sempre per il ciclo “All'avanguardia della tecnica”, ci occupiamo del sistema di raffreddamento attivo, tecnologia sviluppata da Opel, che mira a ridurre il più possibile i consumi e le emissioni, senza inficiare assolutamente le prestazioni.

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    Opel ha presentato questo sistema al congresso europeo Aachen Colloquium, denominandolo ufficialmente “Full Face Active Shutter”e il suo funzionamento è molto semplice: in specifiche condizioni di guida le prese d'aria frontali possono essere chiuse totalmente, monitorando le temperature di esercizio, in modo tale da ridurre la resistenza aerodinamica fino al 10%, con un conseguente abbassamento dei consumi che può raggiungere il 5%.

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    In realtà questa tecnologia è già presente su alcuni modelli in produzione come Insigna e Zafira Tourer ma riguarda solo le prese d'aria inferiori del vano motore. Nei prossimi mesi questo rivoluzionario sistema verrà esteso a tutta l'area frontale della vettura, migliorando così drasticamente l'efficienza.
    L'elettronica di bordo può così regolare opportunamente l'apertura e la chiusura della sezione superiore e inferiore delle prese d'aria per ottimizzare la resa del sistema nelle varie condizioni di guida, raggiungendo una riduzione del consumo fino al 5% nei tratti autostradali a 130 km/h. Allo stesso tempo, la possibilità di sigillare totalmente il frontale consente di velocizzare il riscaldamento della meccanica alle basse temperature, come ad esempio nella stagione invernale, migliorando anche l'efficienza dell'impianto di climatizzazione.

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    Il Full Face Active Shutter è considerato da Opel come la prima di una serie di piccole innovazioni che dovrebbero migliorare sensibilmente i consumi e ridurre le emissioni dei nuovi modelli della casa tedesca: ufficialmente la nuova versione di questo dispositivo dovrebbe debuttare su un modello totalmente inedito, probabilmente la Karl, per poi essere estes...

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    Last Post by mi.ky.87 il 9 Oct. 2014
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  3. All'Avanguardia della Tecnica: il motore triturbo Volvo
    Vediamo questo speciale propulsore dotato di 450 Cv e di ben tre turbocompressori: all'interno tutti i dettagli

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    Oggi torniamo a parlare di tecnica e lo facciamo occupandoci di un propulsore che non è marchiato Audi, bensì Volvo, e che si configura come uno dei propulsori a benzina più innovativi degli ultimi anni, insieme al già visto Cylinder on demand di Audi.

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    L'unità Volvo, denominata High Performance Drive E, è davvero esagerata e spremuta al massimo, giacchè la casa svedese è riuscita a ricavare, da un motore quattro cilindri di due litri, l'esorbitante potenza di 450 Cv: ciò è stato possibile grazie ad una tripla alimentazione turbo, di cui due sono turbine tradizionali mentre la terza è elettrica e, agendo a monte, aziona le due giranti meccaniche.
    Secondo i tecnici Volvo, uno schema di questo tipo dovrebbe azzerare definitivamente il turbo-lag, uno dei problemi principali dei vecchi motori sovralimentati, ma ormai risolto con diverse stratagemmi da moltissime case automobilistiche, Audi compresa (ricordiamo il turbo elettrico del prototipo RS5 TDI).
    Sul propulsore Volvo si segnala pure la presenza di una doppia pompa del carburante, che lavora alla pressione di ben 250 bar.

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    Il debutto ufficiale di questa unità dovrebbe avvenire in tempi abbastanza rapidi, tant'è che Volvo ha già diffuso il video di un prototipo derivato dalla S60, che adotta appunto questo motore: il sound dovrebbe essere molto cupo e piacevole per gli amanti della guida sportiva, a fronte di emissioni molto basse, dettate dalla presenza di una turbina elettrica e da una fine ricerca svolta dai tecnici svedesi proprio per ridurre al minimo l'impatto ambientale, in modo da rientrare pienamente nei rigidi parametri europei contro l'inquinamento.

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    Last Post by mi.ky.87 il 9 Oct. 2014
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  4. All'Avanguardia della Tecnica: i Fari Alogeni, allo Xeno e a Led

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    Analizziamo in questo articolo le principali differenze che possiamo trovare tra tre tecnologie d'illuminazione disponibili per le nostre automobili, ma anche motocicli.
    Fino a poco tempo fa il faro aveva una sola funzione pratica, ossia quella di illuminare la strada di notte, e l'unica scelta che si poteva fare era quella di aggiungere o meno gli antinebbia. Ma con l'ingresso di nuove tecnologie il faro è diventato una componente estetica molto importante, senza tralasciare le notevoli migliorie in termini di sicurezza notturna.
    La lampadina alogena è sicuramente quella ancora più utilizzata, grazie al basso costo dovuto all'ormai datata e sperimentata tecnologia. Al loro interno queste lampade possono contenere piccole quantità di sostanze come lo iodio che consentono di aumentarne la luminosità e la durata. La sigla con cui vengono riconosciute è la lettera H, seguita da numeri in base al tipo di attacco. Quelle che montano la maggior parte delle auto, indipendentemente dall'attacco, assorbono 55 W e hanno una luminosità di 1500 lumen e temperatura di circa 3200 K (quindi non proprio bianca), per una durata in media di 500 ore.



    Successivamente, verso gli anni '90 hanno fatto la loro comparsa i fari allo Xeno, che solo ultimamente stanno prendendo piede, e che portano numerosi vantaggi. La lampada, riempita di gas xeno, non ha più il filamento, ma due elettrodi tra cui viene innescato un arco elettrico, molto luminoso: da qui il nome corretto di lampada a scarica in gas. Il sistema comprende anche una centralina e un accenditore che innalzano la tensione alla lampada da 12 a circa 25.000 volt; inoltre, i proiettori vanno obbligatoriamente dotati di lavafari e regolazione automatica dell'assetto. Le lampadine sono identificate dalla lettera D e nelle versioni normali, che assorbono 35 watt, emettendo 3.200 lumen con una temperatura standard di colore di 4.200 K, ma ne sono disponibili di molte gradazioni, fino anche a 15.000 K, quindi molto più bianche delle alogene. La loro durata è di ben 3.000 ore .Da poco sono però disponibili i proiettori dotati delle nuove lampade a scarica da 25 W, che emettono 2.000 lumen: in tal modo rientrano nel limite che consente di fare a meno dei lavafari e della regolazione di assetto automatica. I fari, così, possono essere più economici. Dal punto di vista delle prestazioni, il sacrificio rispetto alle versioni da 35 watt è minimo. Un esempio di questo tipo di lampada xeno è dato dal nuovo VW Maggiolino.

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    Ma per chi non si accontenta dello Xeno, è da poco disponibile un'ulterio...

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    Last Post by AudiA1Fan il 29 Aug. 2014
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  5. I filtri antiparticolato: Fap e Dpf
    Continuiamo il nostro viaggio nella tecnica

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    Nei primi anni del 2000, normative europee anti-inquinamento sempre più restrittive, obbligarono le case automobilistiche a realizzare dei dispositivi che abbattessero l'emissione di particolato dai fumi di scarico delle auto diesel. Ma cos'è il particolato? Il particolato non è altro che il residuo della combustione non completa del gasolio ed è composto da un nucleo di carbone su cui sono depositati idrocarburi, metalli, acqua, composti dello zolfo. Erano ben visibili, nei vecchi motori a gasolio, manifestandosi con una bella fumata nera in fase di accelerazione; nelle auto più recenti, che adottano il sistema di iniezione diretta Common Rail, tali particelle sono diventate pressoché invisibili dal momento che hanno dimensioni inferiori a 10 millesimi di millimetro e dalle quali prendono il nome "PM10"(le famose polveri sottili) ,in pratica, la denominazione, indica la misura delle dimensioni .
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    I sistemi utilizzati dalle case automobilistiche per abbattere il PM10 sono principalmente di due tipi: il Fap e il Dpf.
    Il Fap, acronimo di (filtre à particules) è stato il primo ad essere inventato e utilizzato. La sua realizzazione si deve al gruppo PSA Peugeot-Citroen che per la prima volta lo adottò nel 2000 e di cui detiene il brevetto mentre il DPF (diesel particulate filter) è stato realizzato e introdotto successivamente dalle altre case automobilistiche.
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    Il principio di funzionamento è simile per entrambi, infatti ambedue, utilizzano un vero e proprio filtro, inserito sullo scarico subito dopo il catalizzatore, costituito da una serie di canali sulle cui superfici viene intrappolato il particolato mentre i gas ne attraversano le pareti porose. Con l'uso della vettura, tale filtro, si riempe di particelle di PM10 che porterebbero, in breve tempo, al suo completo intasamento, diventa necessaria perciò, periodicamente, una rigenerazione del filtro.
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    Vediamo come avviene questa rigenezione: in entrambi i sistemi vi sono uno o più sensori di pressione dei gas di scarico, collegati alla centralina elettronica, atti a rilevare il grado di intasamento del filtro, quando i sensori segnalano che è necessaria la rigenerazione, si attiva, in automatico, una procedura in cui la centralina comanderà delle pos...

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    Last Post by Gielle10 il 26 Aug. 2014
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  6. All' Avanguardia della Tecnica: L'alternatore
    A cosa serve, come è fatto e principio di funzionamento

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    Con questo articolo cercherò, in modo semplice e senza addentrarmi in spiegazioni troppo tecniche, di descrivere a cosa serve, come è fatto e il principio di funzionamento di questo componente elettromeccanico presente su ogni auto attualmente in commercio.

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    Come saprete ogni vettura ha, al suo interno, una batteria che serve a rendere disponibile, in qualsiasi momento, una certa quantità di energia elettrica basilare per il suo corretto funzionamento (si pensi alla corrente che serve a far scoccare la scintilla delle candele nei motori a benzina, a quella che serve ad alimentare il motorino di avviamento o quella necessaria per l'illuminazione della strada).

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    Questa energia elettrica “base” è andata sempre più aumentando con il passare degli anni e la conseguente aggiunta di molti componenti tecnologici come: climatizzatore, autoradio, antifurti, centraline, sensori vari ecc... Componenti che assorbono energia anche ad auto spenta.

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    A tal proposito apro una parentesi per segnalare che sulle nostre Audi è attivo un sistema di gestione dell'energia studiato per cercare di garantire sempre l'avviamento del motore. Questo dispositivo è costituito principalmente da una centralina che tiene costantemente sotto controllo lo stato di carica della batteria e che, in base ai dati rilevati dai sensori, disattiva in automatico e progressivamente tutti i singoli utilizzatori che potrebbero portare la batteria ad un livello di carica non sufficiente per l'avviamento del motore (ad esempio quando non si utilizza l'auto per diversi giorni/settimane).

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    Ma chiudiamo la parentesi “gestione energia Audi" e torniamo a parlare di alternatore. Come avrete immaginato, l'energia immagazzinata nella batteria avrebbe durata limitate se non vi fosse un generatore (l'alternatore appunto) con il preciso compito di caricare costantemente la batteria quando il motore è acceso....

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    Last Post by Gielle10 il 6 Aug. 2014
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  7. All'Avanguardia della Tecnica: la Cinghia e la Catena

    Come tutti noi sappiamo, la cinghia e la catena di distribuzione sono un elemento fondamentale, anzi, necessario su un'auto. Il loro scopo è quello di controllare i gas che entrano ed escono dai cilindri, e lavorano quindi in accoppiamento con il sistema di alimentazione. Ma quali sono le differenze, vantaggi e svantaggi dell'una e dell'altra tipologia di distribuzione?

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    Nelle auto molto vecchie non c'era molta scelta, la catena era quasi d'obbligo. Robusta e con un'estrema affidabilità, era la soluzione migliore per trascinare l'asse a camme, grazie anche alla relativa semplicità dei motori. Ma con l'avvento delle nuove tecnologie, dovuto anche e soprattutto alle sempre più stringenti norme antinquinamento, la catena ha cominciato ad incontrare problemi sempre maggiori. E' così che è entrata sempre più in uso la cinghia, che, grazie ad un costante sviluppo, ha raggiunto un livello di affidabilità e longevità molto alto. Le differenze, quindi, tra le due soluzioni si sono assottigliate.
    Nel complesso, la catena metallica offre un minore ingombro e una durata comunque più elevata di una cinghia, a scapito però di una maggiore rumorosità e di un'eventuale manutenzione alquanto costosa. Inoltre l'allungamento causato dall'usura deve obbligatoriamente essere compensato da un tenditore automatico che se non funziona porta al blocco del motore.

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    La cinghia d'altro canto, specie nei modelli più recenti, offre un'elevata silenziosità e un'ottima durata, e la sua maggiore deformabilità, dovuta ai materiali con cui è costruita, "assorbe" parte delle sollecitazioni dei moderni motori a iniezione senza trasferirle alle componenti collegate. Tuttavia essa va comunque sostituita più frequentemente ad un costo ormai non molto distante da quello di una catena, e il montaggio, procedura alquanto complicata, va fatto da mani esperte. Inoltre mentre la catena che si usura ci dà dei segnali che ci consentono di capire quando sostituirla (rumori ecc...), la cinghia può rompersi all'improvviso causando così danni al motore.

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    Edited by AudiA1Fan - 14/8/2014, 09:45
    Last Post by AudiA1Fan il 2 Aug. 2014
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  8. All'Avanguardia della Tecnica: i Tergicristalli
    Vediamo l'evoluzione di questo dispositivo, fondamentale per la sicurezza e per il quale Audi si è sempre dimostrato all'avanguardia

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    Continuiamo il nostro ciclo relativo alla tecnica parlando di un dispositivo di cui sono dotate tutte le auto sul mercato, indipendentemente dalla casa costruttrice: stiamo parlando del tergicristallo, strumento indispensabile per la sicurezza in caso di pioggia, neve o parabrezza sporco.

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    Ma passiamo subito a valutare gli aspetti tecnici di questo importante dispositivo. Un tergicristallo solitamente è costituito da tre elementi principali:
    Braccio rigido che viene mosso dal motorino di avviamento e sorregge il telaio delle lame (o spazzole)

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    Telaio sorreggi lama che fino al 1998 era esclusivamente formato da vari elementi metallici o in materiale plastico di cui l'elemento principale era il portante e si connetteva al braccio. Tutti gli altri elementi più piccoli del tipo a mezzaluna si agganciavano direttamente a questo telaio ed erano snodati rispetto a esso, mentre, a partire dal 1999, la Bosch ha introdotto telai senza snodi, costituiti da un solo elemento, definiti "aerotwin".

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    Alcuni telai, generalmente il secondo nei sistemi a due tergicristalli, possono essere leggermente arcuati e accorciati, in modo da concentrare l'acqua al centro o ai lati durante il loro movimento.
    Lama o gommino è un elemento di gomma di varia forma, che si muove sul vetro, spingendo via l'acqua dalla superficie.
    L'accoppiamento fra lama e telaio forma le spazzole, le quali possono essere impostate dal guidatore a seconda delle necessità su velocità diverse: le prime vetture avevano solamente due opzioni, ossia intermittente o continua, mentre le nuove auto di solito ne hanno tre o quattro, con la velocità intermittente che può essere regolata mediante il sensore pioggia.

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    Inoltre i bracci possono lavorare in maniera differente: la maggior parte delle auto usa due bracci "radiali" sincronizzati, mentre alcuni veicoli commerciali sfruttano uno o più bracci pantografici; la
    Mercedes-Benz ha introdotto un sistema chiamato Monoblade, in cui un solo tergicristallo si estende per avvicinarsi agli angoli e si ritrae al centro, tracciando un percorso a 'W'.

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    Audi, essendo da tempo partner di Bosch, sin dal 1999 è stata una delle prime case costruttr...

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    Last Post by mi.ky.87 il 1 Aug. 2014
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  9. All'Avanguardia della Tecnica: l'Acceleratore
    Vediamo gli aspetti tecnici di questo dispositivo, fondamentale per fare dosare la potenza della vettura e molto apprezzato dagli amanti della guida sportiva

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    Per il ciclo “All'Avanguardia della Tecnica” ci occupiamo oggi di uno strumento presente su tutte le nostre Audi e non solo, vale a dire il pedale dell'acceleratore. Questo dispositivo, tanto caro agli amanti della guida sportiva, è fondamentale perchè permette all'automobilista di determinare e di modulare la potenza del motore a seconda delle sue esigenze.



    L'acceleratore può essere prevalentemente di due tipi:
    -a manopola, come sulle motociclette, perciò più la si ruota può potenza viene erogata
    -a pedale come sulle auto e sui camion, dove più si preme il pedale più il motore viene alimentato

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    Inoltre il comando del gas può avvenire in diversi modi:
    Meccanico, ossia il collegamento con gli altri componenti meccanici del motore con la centralina avviene tramite un sistema meccanico, come un filo d'acciaio.
    Singolo, nel caso si usi un solo organo di miscelazione
    Sdoppiatore, nel caso si usino più organi di miscelazione o come nel caso del motore a due tempi, quando questo sia munito dimiscelatore, questi possono essere:
    Assiali, sono costituiti da un sistema a trazione lineare, il quale fa assumere una forma rettilinea
    Radiali, sono costituiti da un sistema ad avvolgimento, il quale fa assumere una forma rotonda
    Flangiati, nel caso si usino più organi di miscelazione e si voglia utilizzare un solo cavo di comando, questa cosa è possibile solo se i carburatori possono essere disposti in linea.

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    Attualmente però i sistemi sopra citati sono più che superati e la maggior parte dei veicoli, comprese le nostre Audi, sfruttano il cosiddetto collegamento tramite fili(drive by wire), ossia la posizione dell'acceleratore viene rilevata tramite appositi sensori denominati TPS (Throttle Position Sensor). Questi sensori possono poi essere attivati in maniera indiretta, vale a dire che il comando gas sfrutta il vecchio meccanismo meccanico, per agire sui sensori del sistema drive by wire, o diretta, con il comando che gas agisce direttamente sui sensori del sistema DbW.

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    L'acceleratore si caratterizza anche in funzione della apertura della valvola del gas, che è fondamentale per determinare la quantità di carburante da far arrivare ai cil...

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    Last Post by mi.ky.87 il 29 July 2014
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  10. All'Avanguardia della Tecnica: il Diffusore
    Vediamo gli aspetti tecnici di questo elemento estetico fondamentale per l'aerodinamica delle auto sportive

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    Audi A3 Forum
    Diffusore
    Tecnica
    By mi.ky.87 il 26 July 2014
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    Per il ciclo “All'Avanguardia della Tecnica” vediamo oggi un altro importante componente non tanto del motore quanto più della carrozzeria, ossia il diffusore. Questo elemento aerodinamico ed estetico è presente su gran parte delle nostre Audi, soprattutto su quelle dotate di pacchetto s-line, dove ha una funzione prevalentemente estetica, sebbene possa contribuire in maniera significativa all'aerodinamica della vettura.

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    Il diffusore montato sulle auto sportive, invece, come ad esempio Ferrari o Audi R8, è definito come un particolare elementi aerodinamici fisso, collocato sul fondo di una vettura, atto a generare una spinta verso il basso per incrementare l'aderenza al suolo. Questo elemento può avere anche dimensioni notevoli, interessando buona parte del fondo vettura ed è solitamente posto nella parte posteriore, sebbene esistano, soprattutto su auto da competizione, estrattori da montare sull'asse anteriore, in modo tale da migliorare ulteriormente l'aerodinamica, grazie anche ad aperture laterali sulle fiancate, volte a far uscire l'aria espansa.

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    ll diffusore è disegnato come una sorta di scivolo rovesciato; visto in uno spaccato laterale ha l'andamento di un'ala rovesciata, che aumenta di volume lungo la sua estensione, da praticamente piatto all'inizio, a estremamente scavato e rialzato nella parte finale, accorgimento concepito per creare il vuoto necessario all'espansione dell'aria proveniente da sotto la vettura. La pendenza di risalita del diffusore deve avere un cambiamento graduale dell'angolo di inclinazione, per impedire che il flusso d'aria si separi bruscamente dalla parte superiore e sui lati. All'interno di molti estrattori sono anche montate paratie verticali per convogliare l'aria e suddividere in modo omogeneo le zone di espansione.

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    Inoltre Il diffusore è uno degli elementi aerodinamici che contribuiscono a generare l'effetto suolo, poichè crea un'area di bassa pressione sotto il corpo vettura in movimento, generando così una differenza di pressione tra le superfici superiore e inferiore dell'auto. In una vettura in movimento, il flusso d'aria che passa nella parte sottostante dell'avantreno accelera, ma arrivando al diffusore trova una zona di bassa pressione e si espande ritornando a v...

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    Last Post by mi.ky.87 il 26 July 2014
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